venerdì 26 febbraio 2016

L'armonia dei conflitti

Cari lettori e lettrici,
vorrei condividere con voi questa riflessione che e' sorta nel corso della settimana che sto spendendo. Parlo di conflitti.
A chi non capita di entrare in conflitto con qualcuno? Le incomprensioni sono all’ordine del giorno, poco importa se alla base vi siano futili motivi o questioni di valore. Il risultato non cambia: gli istinti emotivi, specie se sotto stress, finiscono con il prendere il sopravvento e addio lucidità.
Le forti emozioni sono sia la causa che il risultato del conflitto. Una situazione conflittuale può far
nascere nelle persone una serie di emozioni forti che molto spesso possono essere negative, come la paura e la sfiducia. Di frequente, tutte queste sensazioni nascondono la vera questione della quale si sta discutendo. Le emozioni sono irrazionali e devono quindi essere incanalate per risolvere il conflitto in modo armonioso. 

Per controllare gli stati emotivi, il primo passo è imparare a conoscere le emozioni (proprie e altrui) e a gestirle in modo sano e costruttivo. Il conflitto è fisiologico e non va necessariamente evitato, ma piuttosto riconosciuto e gestito. Scaturisce generalmente da un evento, magari una frase detta o ascoltata, cui segue un’interpretazione spesso e volentieri errata, influenzata dal nostro vissuto personale.
Tutto ciò determina una molteplicità di reazioni: una emotiva, una fisica e infine una comportamentale. All’innescarsi del conflitto, l’atteggiamento nei confronti del nostro interlocutore cambierà e determinerà a lungo termine un effetto sull’intera relazione.




Ecco alcune azioni positive finalizzate alla conquista e al mantenimento del controllo emotivo, così da non cedere a rabbia e altri sentimenti negativi:

1. Chiamate l’emozione con il suo vero nome
Se sentite affiorare la rabbia, fermatevi e pensate a quale emozione state provando realmente. Chiamate
l’emozione con il suo vero nome, fate sì che la rabbia non la sostituisca.

2. Siate imparziali

Le azioni positive sono volte ad incanalare la frustrazione e le problematiche nel modo giusto, evitando di giudicare o condannare l’altra persona. 


3. Esprimetevi in modo chiaro e diretto

Niente giochi, dissimulazioni o manipolazioni. Comunicate in modo onesto e diretto. Provate ad utilizzare delle metafore per descrivere e far comprendere all’altra persona le emozioni che state provando. 


4. Non incolpate né attaccate l’altra persona
Non c’è ragione di trasformare la nostra rabbia in un attacco all’altra persona. Parlate in prima persona per assicurarvi di non incolpare o attaccare il vostro interlocutore.

5. Ricordate: non sono gli altri a scatenare i nostri sentimenti.
Il comportamento degli altri può influire sui nostri sentimenti, ma non è l’altra persona a scatenarli direttamente. Se stiamo per dire: “mi fai arrabbiare”, fermiamoci e pensiamo a cosa determina tale stato d'animo.
Queste piccole azioni aiuteranno ad incanalare gli aspetti emotivi insiti in situazioni conflittuali e ad appianare la divergenza di vedute in modo professionale e senza stress negativo. Come diceva Dale Carnegie: “Quando avete a che fare con le persone, ricordate che queste sono creature figlie non della logica, bensì delle emozioni”.

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