mercoledì 24 novembre 2010

E' vero...

Possiamo provare affetto ma quanto siamo liberi nel modo di
relazionarci a questi sentimenti? Con il Dhamma possiamo sentire quel
che sentiamo e conoscere la verità dei sentimenti: non sono la cosa
ultima e non è saggio attaccarsi e perdersi in essi. Quando ci
attacchiamo ai sentimenti li distorciamo. In un momento di
attaccamento al piacere abbiamo una sensazione di aumento di
godimento, ma se non siamo abili nella presenza mentale, non vediamo
la delusione che stiamo incamerando per dopo. Le condizioni cambiano,
il piacere svanisce, e il senso dell'io, che gode del piacere, pure
svanisce. Allo stesso tempo, generiamo una tendenza ad attaccarci, e a
perderci, nelle sensazioni spiacevoli. Piacevole o spiacevole, una
sensazione è una sensazione, ci attacchiamo a una e ci stiamo
attaccando a entrambe. Riflettendo su questa strofa, possiamo scoprire
che permettere consapevolmente a quel che sentiamo di arrivare e
andare non diminuisce la gioia. In effetti, la libertà di sentire
qualsiasi cosa sentiamo senza essere limitati dall'impulso ad
aggrapparci è il sentiero che conduce fuori dalla schiavitù

lunedì 22 novembre 2010

Aprire gli occhi...

Gli individui sono fondamentalmente buoni, ma ciascuno soffre – in diversa misura – per i bisogni inappagati, per i desideri insoddisfatti. Se si rendessero conto che la necessità primaria dell'esistenza è come un tesoro dimenticato in un remoto ripostiglio della propria dimora ne rimarrebbero davvero sorpresi. Bene, ma dove si trova esattamente il tesoro? Dov'è l'anfratto parapsichico che custodisce così tanta ricchezza? Ovviamente mi esprimo – precisarlo non è mai superfluo – con un metalinguaggio simbolico.

L'anfratto, il calice dell'elisir è innanzitutto l'idea che:

- non ci sono idee o pensieri che possano descrivere, rappresentare, sostituire la realtà;

- la dimensione dello spirito è l'essenza sovramentale che circoscrivi idealmente nel silenzio della pausa tra un pensiero e un altro.

La dimensione in cui interagiamo ora è, perlopiù, quella del desiderio inconsapevole. Quando con la pratica della meditazione la coscienza si espande inizi a comprendere un panorama esistenziale più ampio. ... Che ho concluso affermando ciò, ti ho rivelato qualche verità esoterica? No di certo, proseguiamo ...

giovedì 11 novembre 2010

Vorrei ma sembra non sia possibile...

C'e' un proverbio che dice:

"Non puoi insegnare a cantare a un cane.
Perdi il tuo tempo e innervosisci il cane."

Ovvero non conta il desiderio e la bravura dell'insegnante
e neanche la validita' delle materie insegnate.

Perche' se non c'e' la volonta' di imparare,
nessun insegnante potra' insegnare nulla.

Nel caso della ricchezza non e' neanche questione
di mancanza di volonta'.

La maggior parte delle persone non sospetta
minimamente che si possa "imparare a diventare ricchi".

Va contro tutto cio' che sa, tutto cio' che ha sempre
sentito dire, tutto cio' su cui e' basata la sua vita.

E quindi io vorrei tanto insegnare alle persone povere
come possono diventare ricche, ma non e' possibile.

Ecco perche':


http://getresponse.com/click.html?x=a62b&lc=mfYO&mc=m&s=SZaYa&y=3&